Il Comune di Montevecchia: un pezzo di Toscana
A 30 km dal Lago di Como si trova il comune di Montevecchia, immerso tra le colline sembra ricordare un pezzo di Toscana in Brianza. La storia di Montevecchia è lunga. Inizia in epoca romana, quando nel luogo c’era una torre di segnalazione. Sembra che il nome porti testimonianza di questa funzione di vedetta: da ‘Mons Vigiliarum’.
Da “Monte della Vedetta” sarebbe derivato Montaegia/Montavegia, ed infine Montevecchia.
La vista dall’alto della Brianza, il verde, la tranquillità e un’eleganza sobria e rilassante sono alcune delle piacevolezze di Montevecchia Alta. La cittadina è una meta ideale per una gita di un giorno. Si passeggia volentieri tra le case sul colle, tra le viti e per i sentieri del Parco della Valle del Curone. Al piccolo idillio del borgo appartengono anche le sue semplici e gustose leccornie, i formaggini di latte vaccino o caprino. Vale la pena gustarli, magari accompagnati da un tagliere di salumi. Oggi, dal balcone di Montevecchia Alta si vede anche un profilo cui non dobbiamo essere ancora del tutto abituati. Appena arrivati, capiterà infatti di trovarvi affacciate altre persone, in gruppetti di due o tre, ognuna che indica con il dito in lontananza, cercando di far capire all’altra cosa e dove pensa che sia quella sagoma con la punta o quel campanile in primo piano. Dopo un confabulare fitto di qualche minuto, che progressivamente ci si troverà a condividere tutti insieme, tutti convengono che sì, quella è proprio Milano, con la torre dell’Unicredit e la torre Isozaki (nelle giornate limpide si può addirittura arrivare a vedere il Duomo di Milano). Nel centro abitato, oltre a romantiche ed antiche osterie , c’è una piazzetta fatta di caratteristiche case con muri di sasso che si affacciano sulla strada pavimentata a pavè, dove una balconata permette una splendida visione della pianura lombarda.
Invoglierà anche la suggestiva ed ardita scalinata di 181 gradini che porta al santuario barocco della Beata Vergine del Carmelo.
Dal fianco meridionale della Villa Agnesi sale la fresca scalinata fiancheggiata da tigli e ligustro.
A circa tre quarti di altezza, la “scala santa” è intersecata da un ampio sentiero pianeggiante, che circonda tutta la cima della collina alla base del complesso architettonico, in forma di anello.
Questo sentiero è detto popolarmente “Via Crucis” perché delimitato, sul perimetro esterno, da vetusti cipressi e da sedici edicole in pietra arenaria, contenenti altrettante sculture settecentesche ad altorilievo, che riproducono le scene tradizionali della Via Crucis, realizzate a cura del parroco Giuseppe Antonio Villa. Dal balcone circolare della Via Crucis e, ancor più, dalla sovrastante terrazza panoramica che si stende sull’ex casa canonica, a ponente, lo sguardo può spaziare sui degradanti pianori sottostanti, verdeggianti di filari viticoli, di rosmarino e di erba salvia; sui campanili brianzoli, e, giù giù, sulla pianura lombarda fino a Milano, al Baradello, al torrazzo di Cremona, all’orizzonte dei Colleoni; e, più a nord, ai colli prealpini di S. Genesio, di Valcava, alle manzoniane cime lecchesi…. fino all’incantevole cerchia innevata che comprende Adamello, Bernina, Rosa, Cervino e Bianco; e, là in fondo oltre l’aeroporto di Linate, contro il “bel ciel di Lombardia, così bello quando è bello” – secondo il notissimo elogio di Manzoni – la linea violacea degli Appennini.
Già all’inizio del secolo XIII sul colle esisteva una chiesetta dedicata a “S. Giovanni Battista in Montaegia”, come attesta Goffredo da Bussero (1222-1289?). Tra il XVI e XVII secolo fu costruito, forse sulle rovine della precedente chiesetta danneggiata da un incendio, l’attuale tempio, sempre come chiesa parrocchiale dedicata a S. Giovanni Decollato; compatrona la Beata Vergine del Monte Carmelo. La gradinata di accesso, unica via pedonale, con l’ultima rampa introduce sotto il ventilato pronao a quattro colonne granitiche; invita a percorrere il ballatoio che prolunga il sagrato sul fianco nord-est dell’edificio, sopra la Via Crucis; suggerisce una prima valutazione globale dell’intero complesso. Architettonicamente il Santuario è di stile barocco antico, a unica navata, di cinque campate rettangolari coperte da volte a crociera, con archi a tre centri. All’interno si possono ammirare affreschi, gruppi scultorei lignei e quadri tutti risalenti al 600’-700’.
Una visita consigliabile è quella presso il Giardino di Eva, un percorso botanico che vanta oltre 500 specie vegetali in un contesto naturale di notevole interesse paesaggistico: sulla sommità del colle di Montevecchia, sotto il Santuario della Beata Vergine, con vista sulla Brianza.
Oppure potete entrare nella Villa Agnesi: fu costruita all’inizio del ‘700, ed infatti il portale d’ingresso ed il balcone in ferro battuto sovrastante , come lo scalone , dalla balaustra scolpita a ghirlande intrecciate a putti , sono chiaro riferimenti rococò. E’ stato conservato il bel giardino all’italiana. La villa fu anche di proprietà di Pietro Agnesi, padre di Maria Gaetana Agnesi, grande filosofa italiana ed autrice di importanti testi di analisi matematica, in un periodo in cui era difficile per le donne fare carriera nel mondo scientifico. Merita un cenno anche la Raccolta Museale del Vino e della civiltà Contadina in Brianza: il piccolo spazio museale, privato, ospita una raccolta di attrezzi agricoli ed una serie di strumenti e macchine per la produzione del vino; è stato allestito dopo una lunga e accurata ricerca che ha consentito il recupero di attrezzi da cantina, di lavoro e di vita quotidiana. Il museo costituisce la più significativa testimonianza della storia del territorio e della tradizionale, millenaria produzione vitivinicola di Montevecchia.
Montevecchia inoltre, presenta una famosa particolarità legata alle condizioni climatiche, infatti in cima al paese il clima risulta essere diverso rispetto a tutti i paesi vicini: la differenza generalmente è di circa 2 gradi sia d’estate che d’inverno.